UN CANE HA IL DIRITTO DI AGGREDIRE E DI MORDERE?
Nel nostro immaginario fantastico il nostro cane non deve mai mordere, soprattutto il padrone.Quando questo avviene ci sentiamo sconcertati, offesi, a volte arrabbiati. Non consideriamo che l’atto del mordere, e lo sviluppo di aggressività fanno parte della sua natura animale, che non abbiamo bilanciato in modo etologico.
La prima responsabile dell’educazione del cucciolo è sua madre, che interviene sin dai primi mesi di vita insegnandoli a controllare sia il morso che l’aggressività. Lo fa durante il gioco con i fratelli, mentre preso dall’eccitazione e dall’entusiasmo si dimostra più aggressivo, e il suo morso diventa doloroso. Quando il cucciolo viene allontanato dalla madre prima dei tre mesi di vita, le possibilità che non abbia ancora imparato l’insegnamento sono molto elevate.
A quel punto siamo noi, che diventiamo i suoi “genitori putativi”, a dover portare a termine l’educazione interrotta, con dolcezza e fermezza, considerando sempre il suo punto di vista, la sua frustrazione, e correggendo gli atteggiamenti per noi sbagliati, ma per lui naturali.
Vi propongo un’analisi molto interessante della Dr. Maria Chiara Catalani, Medico Veterinario Comportamentalista:
.“Quando un cane morde qualcuno, si è soliti gridare “al mostro!!!”, si definisce feroce, pericoloso e con molti altri aggettivi di forte impatto emotivo.
Il cane, come qualsiasi altro essere vivente, ha nel proprio bagaglio comportamentale anche il comportamento aggressivo.
Alle prede serve per difendersi, ai predatori per difendersi e per procurarsi il cibo. Talvolta serve per definire i ruoli quando qualche componente del gruppo non ne vuole sapere di rispettarli. Altre volte è indispensabile per la sopravvivenza di se stessi e del proprio gruppo o della prole. Altre volte, come spesso accade quando questo comportamento è rivolto all’essere umano, è frutto di errori perpetuati. Incomprensioni, maltrattamenti – talvolta inconsapevoli – dolori che sono passati inosservati, paura o, spesso, uno stile di relazione che lo stesso essere umano ha avuto verso il proprio cane.
Se pretendiamo di insegnare qualcosa usando la forza, la violenza psicologica, la minaccia o la paura, il dolore dovremmo tenere conto del fatto che questo diventerà un “modo di comunicare” che il cane acquisirà da noi. E potrà accadere, un giorno in cui sarà stanco, dolorante, accaldato, assetato o con un semplice malessere, che quel cane ci dica: basta. E allora non contemplerà altri mezzi se non il mordere, perché non gli è stato mai concesso di dire “no, non mi va di fare questa cosa”, o di dire “rispetta i miei tempi, i miei spazi” magari con un brontolio o un ringhio. È sempre stato punito quando ci ha provato e allora, oggi che ha raggiunto il limite, sarà costretto a mordere e, spesso, facendolo a seguito di un’emozione molto intensa, lo farà senza controllarsi, e farà male, molto male.
Ci indigniamo quando un cane morde.
Ci sentiamo autorizzati a chiedere che venga ucciso per questo, perché “un cane non deve mai mordere il padrone”.
Ma noi, per quel cane, siamo famiglia non padroni e quando la famiglia non è sicurezza, accoglienza, comprensione tutto si confonde e le emozioni prendono il sopravvento.
Un cane è autorizzato a mordere, sì, perché quando questo accade c’è sempre, SEMPRE, una valida ragione, che noi abbiamo il dovere di trovare.”
In certi casi non possiamo scegliere quando adottare un cucciolo, a volte è necessario prenderlo che è ancora troppo piccolo perché si trova in una situazione d’emergenza. Molto spesso il nostro adottato è già più grande o addirittura adulto, e non sappiamo da quali esperienze provenga. Ma se abbiamo a disposizione una normale cucciolata, resistiamo all’entusiasmo e alla voglia di portarcelo subito a casa, e lasciamolo il tempo giusto con la madre, questo renderà la vita un po’ più semplice a noi, e a lui.
E quando il nostro cane dovesse mostrarsi aggressivo o tentare di morderci, analizziamo la situazione, e cerchiamo di capire cosa può aver scatenato questa reazione, da dove derivi questo comportamento. Se ci dovessimo trovare in difficoltà, rivolgiamoci con fiducia al nostro Medico Veterinario, ci potrà aiutare, e nel caso, indirizzarci da un collega Comportamentalista.
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