TOGO – UNA GRANDE AMICIZIA di Ericson Core
U.S.A., 2019 Avventura, Biografico, Drammatico
con Willem Dafoe, Julianne Nicholson, Christopher Heyerdahl, Richard Dormer, Adrien Dorval.

1925. Il racconto dell’eroismo di un cane che salva un piccolo paese dell’Alaska, trasportando il vaccino necessario per contenere un’epidemia di difterite, e del forte legame con il suo padrone, il musher e addestratore Leonhard Seppala. Da una storia vera, tramandata però in altro modo, di cui vi ho già parlato in un altro articolo del 2 febbraio, anniversario della celebre corsa.
Oggi vi riporto alcune critiche scelte.
“L’obiettivo della Disney è quello di costruire opere in grado di resistere allo scorrere del tempo, quindi capaci di parlare al presente mettendo in campo valori universali, ma anche immuni ai passaggi di mode e tendenze.
La parola “classico”, non a caso, è spesso associata alla multinazionale statunitense.
Il lungometraggio Togo, concepito come prodotto originale per il lancio della piattaforma Disney +, rientra a pieno titolo nel filone.
Trae spunto da una storia vera, esalta eroismo, abnegazione e spirito di sacrificio dei protagonisti e si prende anche una rivincita nei confronti della rivale Amblimation (quando ancora non esisteva la Dreamworks Animation) che nel 1995 ha dedicato un film di animazione a Balto, erroneamente passato alla Storia come l’eroe della vicenda raccontata.
Eh sì, perché tra gli obiettivi del film c’è anche quello di ridistribuire i meriti in relazione alla Grande Corsa della Misericordia compiuta in Alaska nel 1925, quando, per curare un’epidemia di difterite nel piccolo paese montano di Nome, si sono dovute coprire in pochissimo tempo seicento miglia, tra ghiacci, boschi e bufere, per procurarsi il fondamentale vaccino.
L’eroe dell’impresa divenne all’epoca il cane Balto, che coprì l’ultimo tratto di 85 chilometri e portò il vaccino nel paese, ma il percorso più lungo, di 420 chilometri in condizioni climatiche proibitive, fu percorso da Togo, un husky siberiano di dodici anni, insieme al suo padrone Leonhard Seppala.”
di Luca Baroncini

“La regia di Ericson Core (sua anche la fotografia dai toni bluastri) è al servizio di un racconto semplice e asciutto che evita ogni possibile personalizzazione in nome di uno svolgimento diligente: rapide premesse per contestualizzare i fatti, caratteri scolpiti nel ghiaccio dell’Alaska e flashback a inframmezzare la narrazione per raccontare infanzia ed evoluzione dell’husky siberiano protagonista.
La sua determinazione fin da piccolo sembra quella del maialino Babe che contro ogni aspettativa voleva a tutti costi diventare cane pastore.
Anche Togo riuscirà nel suo intento e, nonostante sia apparentemente più debole e piccolo dei suoi simili, diventerà non solo cane da slitta, ma anche guida del gruppo; è dura all’inizio superare la diffidenza di Leonhard, ma poi il loro legame diventerà simbiotico.
Ed è proprio su questo aspetto che il film gioca le sue carte sentimentali, perché Togo e Leonhard sono due facce della stessa moneta: l’uomo tutto d’un pezzo e taciturno, il cane testardo e devoto, entrambi coraggiosi ed eroici.
Un’amicizia virile tra uomo e animale che il cinema classico ama da sempre celebrare.
Determinante per il risultato due elementi: Willem Dafoe che si conferma attore versatile e dona autorevolezza al personaggio, e l’husky siberiano protagonista, non animatronico o di sintesi ma (quasi sempre) reale.
La sceneggiatura evita di enfatizzare ciò che è già forte in sede di scrittura e si limita a imprimergli spettacolarità, con effetti speciali adeguati ma a volte riconoscibili; non sempre chiari alcuni passaggi tra i vari componenti della staffetta che fu affiancata alla corsa in solitaria di Seppala e Togo, ma nel complesso l’avventura scorre e si gusta senza intoppi.
Tutta questa solidità ha l’indubbio merito di sfociare in un’opera lineare e senza sbavature, apprezzabile a ogni latitudine, però non è esente da limiti perché non riesce mai a uscire dal target family verso cui è rivolto.
Spettacolo efficace, quindi, ma troppe cose al posto giusto lo rendono anche assai prevedibile.”
“Si è sempre prediletto il ritorno alla tradizione, l’edulcorato quadretto di un rapporto idilliaco tra Animale Addomesticato e Padrone Generoso, tra Natura e Uomo.
In Togo c’è tutto questo ma è evidente che il passo è ulteriore.
Anche grazie al coinvolgimento di un attore totale come Willem Dafoe (Leonhard Sappala), l’unico interprete capace di dare ad ogni sua prova, non importa in che opera o contesto, un valore filosoficamente decisivo, il film di Core diventa l’elogio di un “perdente”, il racconto di un dimenticato. In un contesto produttivo dove i Dog Movie sono fatti per far diventare di moda razze particolari di cani, Togo è un film inaspettato perché sbatte davanti al suo pubblico di famiglie un sentimento enorme, quell’Amore incredibile e immenso che spinge un cane ad annullarsi per il proprio amato.
Togo, forse, proprio per questo, rappresenta davvero la massima aspirazione di ogni uomo.”
di Luca Marchetti
Durante la staffetta Seppala compì la parte più lunga della missione percorrendo quasi 500 chilometri e, nonostante il merito della consegna sia stato attribuito a Balto, i figli di Togo divennero i più ambiti tra i musher. Nel 1930 il siberian husky venne riconosciuto come razza e da allora tutti gli husky registrati possono vantare origini riconducibili ai cani addestrati da Seppala.
“Willem Dafoe è incredibilmente somigliante al vero Leonhard Seppala: il suo viso scavato, lo sguardo di ghiaccio e le poche parole profuse danno l’impressione che sia nato e cresciuto nel freddo che plasma gli uomini e li costringe ad adattarsi al pericolo incombente.”
di Nerdevil
“Togo è una storia intelligente e affettuosa che si inserisce in maniera precisissima tra il target dei piccoli e quello degli adulti, dimostrandosi in grado di soddisfare entrambi.
Tutto è guidato da un imprescindibile senso di amore verso gli animali, che impone che certe sequenze siano basate interamente sul fascino del suo protagonista Togo (interpretato dal cane Diesel).
L’alto rischio di sdolcinatezza viene sapientemente smussato dalla regia di Core, che rimane secca come i venti artici che la sferzano senza andare mai a rifugiarsi in facili sentimentalismi..
Se i cuccioli, come ci ha ricordato Baby Yoda, per il linguaggio audiovisivo significano necessariamente scene con tanta dolcezza, Core è bravo a sfruttare sequenze di questo genere per creare un rapporto istantaneo tra personaggi e spettatori, rapporto che poi viene messo alla prova nelle adrenaliniche sequenze da vita o morte.
La nomination ai Writers Guild of America per la miglior sceneggiatura (al fianco di Chernobyl, True Detective 3 e The Terror 2) la dice lunga sul lavoro preciso e pulito svolto sul piano narrativo.”
di Togo Togo
“Per quanto riguarda il protagonista assoluto Diesel, interprete di Togo, non si possono che tessere lodi e decantare meriti. Funziona sia per quanto riguarda la sua presenza a schermo – e quindi l’interpretazione – sia per come Core lo fa interagire con gli altri personaggi o nello spazio. Si ha l’impressione che il cane, tanto da cucciolo quanto da adulto, sia davvero legato da un rapporto di azione e reazione con Dafoe.
In questo modo entrambi i personaggi possono vantare due archi narrativi autonomi che si sviluppano interconnessi.
Viene sottolineata poi una caratteristica importante, la stessa che lo separa dai numerosi film incentrati sui nostri amici a quattro zampe: Togo ha il coraggio di trattare il suo protagonista come un personaggio tridimensionale, e non solo come un bel cane che compie gesta eroiche. In base a questo principio non ha mai paura di raccontare i fatti con sincerità, senza stravolgerli o ignorarli, anche quando ciò che bisogna dire è doloroso.
Quello di Ericson Core è un film da applausi per come trova il perfetto equilibrio tra il realismo à la Jack London e l’epica familiare della favola disneyana, trattando la celebre storia vera che ispirò il film d’animazione Balto coi giusti toni, quando dolci, quando secchi.
Un Willem Dafoe in parte, un sapiente uso della CGI implementato attorno a un buon comparto visivo e una grande valorizzazione del cane protagonista fanno il resto, e infiocchettano un prodotto riuscito su tutta la linea.
di Matteo Regoli
A me è piaciuto molto, e pur conoscendo la storia e il suo finale, mi ha catturato e avvinto.
Lo potete vedere su Netflix, oltre a Disney channel.
Qui potete vedere il trailer
Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
via Rembrandt 38- Milano
02 4009 1350
Solo per appuntamento:
martedì e giovedì 15-19
sabato 9,30-12,30
Altri orari da concordare.
0 commenti