TEMPLE GRANDIN – UNA DONNA STRAORDINARIA
di Mick Jackson, USA, 2010, drammatico/biografico
con Claire Danes, Catherine O’Hara, Julia Ormond, David Strathairn, Stephanie Faracy, Charles Baker
Questo film racconta la storia vera di una ragazza autistica e di come lei riesca a porsi degli obbiettivi, e a raggiungerli, diventando professoressa di Scienze Animali alla Colorado State University, specializzata nella gestione e nello sviluppo di attrezzature sperimentali per il bestiame.
La pellicola comincia con una vacanza nel ranch di sua zia, dove osserva l’effetto calmante sui bovini che stanno per essere vaccinati, dal passaggio in un corridoio sempre più stretto che li ingabbia, stringendoli e dove gli animali non potevano girarsi.
Questa osservazione la porta a creare la sua famosa “macchina degli abbracci” all’età di 18 anni.
“Il momentaneo impedimento al movimento accompagnato da un contenimento fisico passivo, si trasformano in contenimento emotivo, che rilassa molte persone (come Temple dimostrerà in un esperimento) e molti animali. Non si tratta solo di ridurre le sollecitazioni esterne, come si fa bendando un cavallo, ma anche di ridurre quelle interne, auto-prodotte, che aumentano la sensazione di panico. Forse si può azzardare l’ipotesi che “la macchina degli abbracci” restituisca un confine corporeo a volte percepito come labile, che divide e protegge dal resto del mondo. Si ritorna in sé e si torna da se stessi, protetti da un divisorio che più che difendere dall’esterno, impedisce la diluizione del sé nel tutto il resto”. (Loredana De Michelis)
Allo stesso tempo, la sua ipersensibilità a numerosi stimoli sensoriali e la necessità di trasformare tutto in immagini visive le permette di sviluppare una profonda empatia con gli animali da bestiame. Utilizzando la memoria visiva e soffermandosi su piccolissimi dettagli aggiunge consistenza al suo lavoro di progettista sperimentando mentalmente le diverse soluzioni da adottare. Riesce così a prevedere anche le sensazione che proveranno gli animali sui quali verrà utilizzata l’attrezzatura.
In pratica, lei scopre nuovi metodi di allevamento, più rispettosi per gli animali e al tempo stesso più efficienti per l’industria.
Per esempio lei osserva la tendenza al curvare le traiettorie e al girare in tondo che presentano molti animali se colti da panico e attribuisce questo comportamento al desiderio di tornare al punto di partenza. Progetta quindi percorsi per gli animali fatti a spirale, per dare loro una sensazione di benessere.
La storia è piacevole ed edificante, pur con tutta la problematica di disagio, frustrazioni e umiliazioni legate all’autismo.
Ci sono però alcune scene crude e realistiche all’interno di mattatoi e macelli che possono turbare le persone meno preparate. A chi le chiedeva perché si preoccupava di animali destinati a morire da lì a poco, lei rispondeva che gli animali sentono dolore, paura ma anche gioia; l’unica cosa veramente importante per loro, siano cani, gatti, cavalli, mucche o uccelli, è avere una vita decente, e una morte senza terrore e senza sofferenza.
“Io sento fortemente che dobbiamo dare agli animali una buona vita. Ho lavorato molto duramente per migliorare gli impianti di macellazione, la gestione e il trasporto degli animali”
“…mi resi conto, più che mai, che anche gli animali erano la Sua (Dio) creazione e, quindi, dovevano essere trattati con rispetto.”
Questo film ha avuto vari riconoscimenti:
Emmy Awards 2010
Roma Fiction Festival 2010
0 commenti