SCOIATTOLI GRIGI, SCOIATTOLI ROSSI

Nei vari parchi di Washington D.C. (USA), e anche solo nelle aree verdi, si possono vedere i tipici scoiattoli grigi americani (sciurus carolensis). Sono roditori simpaticissimi, attivi, vivaci e non temono l’uomo.

Si avvicinano a chi gli offre del cibo (nonostante sia pieno di cartelli che vietano nutrirli, per il loro stesso benessere) e lo prendono direttamente dalla mano, per poi allontanarsi di poco a mangiarlo.

CONSTITUTION GARDENS WSHINGTON DC

Si avvicinano fiduciosi anche a chi semplicemente si ferma ad osservarli e fotografarli, questuando un bocconcino, ritti sulle zampette posteriori…per poi andarsene delusi al non ricevere nulla.

MEMORIAL PARK WASHINGTON DC

In Italia, e in Europa, esiste un’altra varietà, lo scoiattolo rosso (sciurus vulgaris). Nel Parco di Monza ne ho visti vari esemplari (anche i grigi purtroppo sono presenti) come pure in Trentino, attivi e vivaci però non si avvicinano e temono l’uomo.

PARCO DI MONZA

Oltre al colore ci sono tra di loro altre differenze.

Scoiattolo grigio       Scoiattolo rosso

lunghezza del corpo          24 – 29 cm               18 – 24 cm

lunghezza della coda        19 – 24 cm               12 – 20 cm

peso                                     400 – 720 gr             240 – 435 gr

orecchie                               arrotondate             con ciuffi di pelo

coda                               ciuffi di pelo bianco         omogenea

ai margini della coda

Gli scoiattoli rossi hanno vissuto per migliaia di anni nel Regno Unito, mentre gli scoiattoli grigi arrivarono dal Nord America alla fine del XIX secolo, costituendo una concreta minaccia per le popolazioni di scoiattolo rosso causandone l’estinzione.

In Italia quattro scoiattoli grigi vennero acquistati nel 1948 come animali “ornamentali” e e liberati a Stupinigi (TO).

La loro presenza era limitata a 12 kmq negli anni ’70, dopo venti anni gli scoiattoli grigi occupavano una superficie di oltre 200 kmq, per arrivare nel 2012 oltre i 2000 kmq.

In Piemonte si osservava allora la più grande popolazione di scoiattoli americani in Italia.

“In un’area di circa 1150 kmq, lo scoiattolo rosso ormai si è estinto, e un fenomeno analogo potrebbe essere in corso o avvenire in futuro nelle altre regioni, Liguria, Lombardia, Veneto e Umbria, dove è presente il grigio”, diceva un ricercatore della facoltà di Agraria dell’Università di Torino, Sandro Bertolino,

Il problema è molteplice.

Gli scoiattoli grigi sono portatori sani del Poxivirus che invece fa morire in una-due settimane gli scoiattoli rossi che entrano in contatto con il virus.

Gli scoiattoli americani sono molto più voraci dei nostri, più grandi, più terrestri e i piccoli scoiattoli europei si sono ritrovati senza più cibo, senza semi, incapaci di generare prole e di svolgere il loro insostituibile compito di “seminatore” da albero ad albero, con le loro preziose dispense di semi ben nascoste, inaccessibili agli uccelli ma non ai muscolosi “avversari”.

Esiste infatti una competizione alimentare. Gli scoiattoli grigi mangiano molte più ghiande rispetto agli scoiattoli rossi e riescono a trovare e consumare parte delle riserve di semi accumulate da questi ultimi. Succede quindi che lo scoiattolo rosso si riproduca con sempre maggiore difficoltà, e che i giovani crescano meno ed abbiano più probabilità di morire nel primo anno di vita.

Lo scoiattolo americano immagazzina i semi e consuma funghi in modo diverso dallo scoiattolo rosso.

La progressiva sostituzione della specie autoctona con la specie americana potrebbe essere deleteria per il funzionamento e la composizione dei boschi. In Galles, lo scoiattolo rosso è quasi estinto e lo scoiattolo grigio causa danni ingenti al patrimonio forestale per l’abitudine di scortecciare le piante causando la morte di molti alberi.

Anche la sopravvivenza locale di alcune specie di uccelli diventa a rischio, per l’abitudine dello scoiattolo grigio di cibarsi di nidiacei e di uova.

Gli effetti della diffusione dello scoiattolo grigio si ripercuotono sull’intero ecosistema, compromettendo il rinnovamento forestale favorito dai semi dimenticati nel terreno dal roditore rosso, e la nascita dei funghi grazie alle spore espulse dal nostro scoiattolo.

Si devono salvaguardare le specie native nel proprio luogo di origine al fine di proteggere la biodiversità. Lo scoiattolo grigio è una componente importante degli ecosistemi e della biodiversità nord americana mentre lo scoiattolo rosso è una componente importante degli ecosistemi e della biodiversità europea. È quindi importante conservare lo scoiattolo grigio in Nord America e lo scoiattolo rosso in Europa.

National Mall Washington DC

Nel 2008 è stata aperta contro l’Italia una procedura di infrazione dal Comitato Permanente della Convenzione di Berna per la Conservazione della Flora e della Fauna Selvatiche: la diffusione dello scoiattolo americano dall’Italia verso gli altri Paesi europei risulterebbe devastante, ed era stato raccomandato più volte, precedentemente, di salvaguardare lo scoiattolo rosso, senza che si prendesse nessun provvedimento.

Già in Gran Bretagna e in Irlanda lo scoiattolo rosso è a rischio scomparsa, e in Italia, solo dopo la procedura di infrazione sono iniziati dei piani per l’eliminazione degli scoiattoli grigi.

Purtroppo questo avviene solo con l’eutanasia, perché impossibile utilizzare metodi ecologici utilizzati con altre specie (interventi di modifiche ambientali, sistemi di isolamento tramite reti…) Per piccoli nuclei è stata utilizzata la sterilizzazione chirurgica e reimmissione in natura, ma risulta essere una operazione complessa e costosa, con alta mortalità e con il rischio inalterato di diffusione del virus. L’ ipotesi di trasferimento negli Stati Uniti, venne scartata sia per i costi estremamente elevati, sia per la mortalità comunque elevata che comportava.

Nel Regno Unito, gli scoiattoli americani sono quindici volte più numerosi di quelli europei, tanto numerosi che dal 2017 è in atto un programma pilota di sterilizzazione “dolce” attuato dall’Agenzia per la salute degli animali e delle piante (Animal and plant health agency). Nei boschi dove vive la specie americana, vengono posizionate delle esche di Nutella con un “vaccino” immuno-contraccettivo.

Molte Associazioni per la difesa degli animali, come ENPA, OIPA, LAV e altre, nonostante il problema della graduale estinzione del nostro roditore autoctono importante per i nostri boschi e le nostre foreste, si sono schierate a favore dello scoiattolo grigio, ritenendo la minaccia portata dagli scoiattoli grigi priva di fondamento, cercando di fermare il progetto per l’eradicazione degli stessi.

Al contrario Legambiente ha appoggiato l’operazione e le iniziative di legge perché questa specie fosse inserita tra quelle di cui è vietata la vendita. Anche  WWF Italia sostenne l’operazione, chiedendo anche una legge per vietare la vendita delle specie alloctone in modo da non dover più ricorrere a queste soluzioni estreme.

Dal 3 febbraio 2013 è vietato su tutto il territorio nazionale il commercio, l’allevamento e la detenzione di esemplari di scoiattoli delle specie non native nel nostro territorio. Chi ne deteneva uno lo doveva denunciare, e per chi non rispettava la legge sanzioni fino a 100mila euro e perfino l’arresto.

Del gennaio 2017 è la notizia di un iniziale successo in Umbria: lo scoiattolo rosso è tornato a ripopolare i boschi dell’Umbria, in particolare le colline a ridosso di Perugia, dopo essere stato quasi soppiantato dal famelico scoiattolo grigio.

Trentino Alto Adige

Un censimento del 2015 nei boschi intorno a Perugia aveva individuato 1510 americani contro 112 europei. Venne quindi varato un piano che prevedeva la sistemazione di trappole per la cattura dei roditori e in seguito vennero soppressi 470 esemplari. Questo drastico, e doloroso, intervento ha consentito il ripopolamento dei piccoli scoiattoli rossi. Alcuni degli esemplari grigi vennero sterilizzati e messi in libertà nei parchi cittadini. Questi interventi possono essere compiuti solo su alcune decine di esemplari. Impossibile, purtroppo, contingentarli e liberarli altrove: a parte i costi proibiti, ovunque venissero impiantati determinerebbero il sovvertimento dell’ecosistema locale.

Studi recenti, condotti nelle Università di Exeter e di Edimburgo, mostrano una maggior capacità di risolvere i problemi da parte degli scoiattoli grigi e potrebbero spiegare come loro possano prosperare a scapito di quelli rossi.

La ricerca proponeva alle due specie di superare una prova facile e una difficile.

Quella facile consisteva nell’aprire un coperchio trasparente per ottenere nocciole ed entrambi i gruppi hanno risolto bene l’esercizio.

In quello difficile dovevano, per avere le nocciole, spingere e tirare alcune leve: il 91% dei grigi superò la prova, mentre solo il 62% dei rossi riuscì nell’impresa.

Nella specie rossa, tra i soggetti che hanno avuto successo nel compito più difficile, alcuni l’hanno risolto più rapidamente dei grigi. Gli scoiattoli rossi che ce l’hanno fatta, inoltre, erano anche più veloci nel cambiare tattica dopo aver provato un metodo inefficace.

Parco di Monza

Molti fattori spiegano perché gli scoiattoli americani abbiano più successo quando si spostano nelle aree in cui vivono gli scoiattoli europei: la resistenza alle malattie e il fatto che gli scoiattoli grigi sono più grandi, ma la ricerca dimostra che la capacità di risolvere i problemi potrebbe essere un altro aspetto che spiega la prevalenza dei grigi, nella lotta tra specie simili. Viene quindi attribuita ai grigi una superiore flessibilità comportamentale.

Lo studio però non ha ancora accertato se gli scoiattoli grigi siano geneticamente più dotati nella risoluzione dei problemi, o se lavorino di più perché sono una specie invasiva che vive al di fuori del suo ambiente naturale.

Lo zoologo triestino Pietro Brandmayr è d’accordo con i colleghi britannici sul fatto che il comportamento sia solo una delle componenti della competizione: “aggressività e fisicità sono aspetti probabilmente più rilevanti. Inoltre le nuove specie non hanno tutti i predatori di quelle autoctone”.

Ha invece qualche perplessità sulla ricerca eseguita: cambiando tipologia di test, si giunge spesso a risultati opposti perché ogni specie ha capacità differenti e dimostrarle tutte in un unico esercizio non è possibile. “Ad ogni specie vanno posti i quesiti giusti e possibilmente in condizioni naturali. È necessaria un po’ di prudenza nell’enunciazione dei risultati”.

Lo scoiattolo grigio è stato inserito nell’elenco delle100 tra le specie invasive più dannose al mondo redatto dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
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Solo per appuntamento:
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