PROCESSIONARIA
Passeggiando in campagna o nei boschi, vi sarà capitato di osservare tra i rami di pini, larici, cedri o querce dei grandi batuffoli vaporosi tra i rami.
Sono i nidi di un lepidottero, una farfalla notturna, Thaumetopoea pityocampa, Thaumetopoea Processionea più comunemente conosciuta come Processionaria.
Questo artropode è un parassita di questi alberi e di altre conifere, altamente distruttivo poiché li privano di gran parte del fogliame di cui si nutre.
Nello stadio larvale presenta una peluria che risulta particolarmente urticante per vari animali, compreso l’uomo e i suoi effetti possono essere immediati o manifestarsi dopo un giorno.
Da metà febbraio in poi, scendono dal nido centinaia di bruchi pelosi in fila indiana (da questo fatto deriva il nome di Processionaria)
I peli dei bruchi secernono una sostanza caustica che provoca lesioni di intensità diversa a seconda di dove avviene il contatto, se sulla pelle o sulle mucose. Quello meno grave è a livello cutaneo, mentre se avviene sulle mucose la pericolosità aumenta considerevolmente: se invece i bruchi vengono ingeriiti è a rischio la vita.
Gli animali per curiosare spesso avvicinano il naso o la lingua e si provocano danni che vanno da una lesione simile a scottatura fino alla perdita per necrosi o amputazione di parte del naso o della lingua.
Quando avviene il contatt,o i cani provano un dolore lancinante che li porta ad agitarsi e a produrre schiuma.
Occorre versare subito del bicarbonato (durante le passeggiate in zone a rischio è bene portarne una bustina) dove si sospetta il contatto e lavare con tanta acqua, indossando preferibilmente guanti di lattice per evitare il contatto. Portarlo poi subito dal Medico Veterinario più vicino.
Oltre alla salivazione improvvisa e abbondante, potrebbe comparire il vomito, la lingua si ingrossa e inizia il processo di necrosi della parte che è venuta a contatto con il bruco, con la conseguente perdita di porzioni di lingua o di tartufo. Il cane mostra segni di debolezza, rifiuta il cibo e potrebbe avere sintomi febbrili.
In Italia dal 1998 la lotta a questo insetto è obbligatoria nelle aree ritenute a rischio infestazione (Decreto Ministeriale 17.04.1998, poi abrogato e sostituito con D.M. 30.10.2007, pubbl. in G.U. 16 febbraio 2008, n. 40.).
Può essere combattuto utilizzando diversi metodi, spesso complicati e pericolosi per l’uomo. Uno dei sistemi più efficaci si affida alla biotecnologia che prevede l’uso di trappole sessuali (trappole a feromoni) che è il sistema obbligatorio in Italia secondo il Decreto Ministeriale del 30-10-2007 perché queste trappole rappresentano il miglior metodo di contrasto al lepidottero parassita.
Attenzione quindi se le passeggiate prevedono il passaggio sotto pini o querce, soprattutto giovani alberi, occorre stare molto attenti e, meglio ancora, cambiare percorso! Se il cane viene lasciato libero in un parco, senza un controllo costante, potrebbe essere utile fargli indossare la museruola.
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