LONA (canzone-prosa) 1976/1977 di Giorgio Gaber
Nel 1996 -1997 Giorgio Gaber realizzò un nuovo recital “Libertà obbligatoria” di cui faceva parte la canzone (con parte di recitato) Lona.
In un’intervista a R. Madera volle spiegare un po’ il senso della sua composizione.
«Nei suoi a fondo Gaber non si arresta neppure davanti al nuovo tabù femminista e nel monologo intitolato “Lona”, il suo cane, racconta di un rapporto a tre e poi di una convivenza (forse, omosessuale, ma non è detto) con un amico, finiti in un lento e dolce sfacelo, per poi scoprire l’amore con… il pastore tedesco.
Un cane che simboleggia il rapporto apparentemente felice con una donna fedele, attenta, fin troppo amorevole. “Con Lona ho voluto mettere in luce un aspetto del rapporto a due che oggi viene spesso dimenticato, il rapporto visto dalla parta dell’uomo. Il mio personaggio dopo un periodo di apparente armonia si sente lentamente soffocare per troppo amore, troppe tacite richieste ed è un crescendo a cui l’uomo cede arrivando ad una completa, assoluta identificazione e perdita assoluta di autonomia (… mi rotolo nel fango, ho imparato ad abbaiare, mi gratto, mi annuso, cammino a quattro zampe…).
Fino ad arrivare alla rivolta, al rifiuto aggressivo, aperto.
Una reazione violenta cui segue una riflessione ad alta voce – Lona che pensi? Lo sento che pensi a qualcosa. Non sono violento. Non ho niente da dimostrare io. Te lo sei inventata tu che io ero il padrone… io non sono violento…ecc.»
LONA
Era una giornata di ottobre anche troppo qualunque, inerte. Ed è proprio in queste giornate che senti o ti illudi di poter dare un
colpo di timone alla tua esistenza.
E poi mi ricordo
eravamo io, Giulia e Lorenza
e si correva in una strada sabbiosa
e tu ci venivi dietro con indifferenza
per non farci capire che eri gelosa.
Era il giorno in cui mi accorsi del nostro sfacelo
e decisi di starmene un po’ solo.
Poi ho vissuto con Giulio
eravamo della stessa razza
e leggevamo le stesse poesie
mi piaceva la sua delicata e inquietante dolcezza
e si fondevano bene le nostre malattie.
Si cenava alla sera alle nove e piano piano
con la stessa dolcezza noi ci odiavamo.
Piano piano era già diventato
un rapporto pazzesco
e allora capii
che era meglio un pastore tedesco.
Oh, oh Lona!
È buona la Lona, è un cane perfetto
mi piace la sua distaccata, elegante fierezza
è un cane di razza, un esemplare stupendo
se la chiamo risponde al comando
e si muove di scatto
ho trovato con lei
finalmente un rapporto perfetto.
Oh, oh Lona!
Le apro la bocca per farle un dispetto
lei reagisce, fa finta di mordermi, ma per giocare
si fa accarezzare e senza chiedermi niente
mi sta sempre vicino la Lona,
vuole solo il mio affetto
io la chiamo al mattino,
lei mi mette le zampe sul letto.
Buona Lona, devo uscire un momento
Buona buona, cosa ci hai da guardare
torno presto, lo sai, non ti posso portare
Ecco, vedi, sono già tornato
hai visto Lona, non sono partito
non fare quella faccia, non guardarmi così
sono qui.
Basta Lona! che cosa ti piglia?
Non lo vedi che mi ami troppo, che mi ami male?
Non è mica normale
anche se uno non vuole va sempre a finire così
che ci si assomiglia
tu sei tutto per me
sei una madre una moglie una figlia.
Ma non vedi come mi hai ridotto
sono sfinito, mi hai distrutto
non posso mangiare nel piatto dove mangi tu
non posso leccarmi i baffi
rincorrere gatti e farfalle
adesso ne ho piene le palle, non ne posso più.
Lona non mi puoi rimproverare
sto strisciando, ho imparato ad abbaiare
non parlo, non rido, non piango
mi gratto, mi annuso, mi rotolo nel fango
cammino a quattro zampe, non vedo più il cielo
comincio a ringhiare, mi è cresciuto anche il pelo
e mangio come un cane e dormo come un cane
e frugo per terra con il muso
e ti odio come un cane,
ti sbrano come un cane
ti ammazzo come un cane rabbioso
non ne posso più, non ho più rimorsi
non ho più pietà
non m ‘importa un cazzo
ti ammazzo, ti ammazzo, ti ammazzo!
[parlato] Lona che pensi? Lo sento che pensi a qualcosa. Non sono
violento. Non ci ho niente da dimostrare io. Te lo sei inventata tu che
ero il padrone… io non sono violento. La dovevi smettere di
chiedere… è tutto lì. Ecco cosa dovevi fare…
Chiedere, sempre chiedere!… E poi tu chiedi male… cioè, è quel
chiedere e non chiedere, avere paura… ferita, ecco, sempre ferita, con quegli occhi lì… Guardala!
Non c’è niente di peggio di chi ci resta male. Di tutti i modi di
chiedere è il più tremendo. Meglio che uno dica: ” voglio, voglio,voglio “, come (abbaia) mica (guaisce).
Fai la vittima, eh? E quando fai la vittima credi di essere remissiva, e invece sei violenta. Ecco, si, sei tu che sei violenta. Eh, si. Perché, la violenza si fa solo col fucile? E la violenza non aggressiva? E la
violenza docile? La violenza di chi non può essere abbandonato, di chi
non ce la fa a star sola e fa quella faccia lì, quegli occhi lì che
conosco a memoria, che fa finta di dire ” tu puoi anche andartene via… “
Non è vero, non è vero che esistono due possibilità. Io ce ne ho una
sola… E questa è violenza. Non posso andar via perché mi ricatti, mi
ricatti col tuo dolore assurdo!…
Scusa… Mi ricatti con l’amore, col tuo grande amore.
A me non mi fa niente bene essere amato molto. Almeno così. Dammi retta, appena uno ti ama così scappa. Non è mica gratis. E pensare che c’è chi si lamenta perché non è amato. Ma essere amato allora? È una
cambiale… prima o poi la paghi. Una cambiale a scadenza indeterminata, ma che incombe… Un incubo.
Mi piacerebbe essere un camionista coi vetri tappezzati di cani e di
donne… Ma lì, solo lì, per guardarli prima di dormire. Insomma, si fa
per dire… Non ti offendere, Lona, non l’ho detto per te. Certo, certo. Se ci avessi avuto un camion ti avrei portato con me.
E poi mi ricordo
che senza un preciso ricordo
rivedevo gli amici come un convalescente
camminando in posto affollato e un po’ assurdo
con la faccia di uno che ne ha passate tante
e il mio orecchio un po’ sordo, un po’ assente, registrava
le parole di un amico che mi raccontava
tutto quello che era successo
quando non c’ero.
Statistica di coppia:
sopravvissuti zero.
https://www.youtube.com/watch?v=BWbwhZ7or-s
Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
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