IL SUPERSTITE, di Carlo Cassola, 1978
Questo racconto si presenta come una “favola morale” e ipotizza la fine del mondo in seguito a una guerra nucleare.
Il protagonista è un cane di grande taglia, Lucky, che si trova in campagna, ma vicino al mare. Lucky riesce a sopravvivere a questa catastrofe, ma senza rendersi conto di quanto sta succedendo, senza capire il perché di tanto silenzio e solitudine.
Il suo padrone è scomparso e gli animali che lui conosceva e frequentava, quelli che inseguiva e cacciava, poco alla volta iniziano a morire.
Inizia così un vagabondaggio alla ricerca di qualche forma di vita…
A metà degli anni ’70 Carlo Cassola diventò ambientalista e animalista. Questo romanzo racconta una catastrofe nucleare dal punto di vista degli animali domestici, ma, pur essendo a tratti interessante, non è fra i suoi meglio riusciti.
Risulta un po’ privo di azione, spesso noioso e pedante quando parla delle differenze tra cani e gatti, dell’ansia di autodistruzione dell’uomo, e non spiega su quali basi stabilisce le morti progressive delle specie animali.
Perché ve lo consiglio? Perché il senso di solitudine e di tristezza che si impadronisce di Lucky è qualcosa di molto vero, come la sua necessità di avere “qualcuno”, e certe pagine, e certe situazioni sono davvero indimenticabili.
Il suo rapporto con un gattino, e la sorprendente amicizia con un…muggine, per me valgono la lettura di questo breve romanzo.
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