I CANI DELLA PESTE (The Plague Dogs) di Richard Adams, 1977
Già cinque anni fa vi avevo parlato di questo romanzo sulla Pagina Facebook ma il post è diventato quasi impossibile da trovare.
Ve lo ripropongo, anche se è un po’ una sfida.
Questo romanzo, scritto nel 1977, ebbe la sua ultima pubblicazione in Italia nel 1987, risultando ora quasi introvabile. Se lo vorrete leggere, dovrete armarvi di pazienza: le possibilità sono tre.
Una è riuscire a trovarlo in qualche biblioteca, e prenderlo in prestito; due cercarlo nel mercato dei libri usati o su Internet, e si trova, anche se spesso a prezzo da collezionista (intorno ai 50,00 € circa); tre acquistarlo in lingua originale, in inglese, dove non ci sono problemi e lo si può reperire a prezzi anche molto contenuti.
Questo romanzo tratta un tema molto attuale: la vivisezione e il maltrattamento animale. Nel 1977 si cominciava a mettere in discussione la sperimentazione sugli animali e Adams mostrava quanto potesse essere inutile e crudele.
Questo libro si è dimostrato all’avanguardia per l’epoca in cui è stato scritto, ancora adatto e attuale per i lettori contemporanei.
Si svolge negli anni ’70, nella Regione dei Laghi, quasi al confine con la Scozia. Qui sorge il Centro di Ricerche ed Esperimenti su Animali (CREA) con il dr. Boycott, a dirigerlo, “scienziato” che vuole essere lasciato in pace a compiere il “suo utilissimo lavoro”, lontano dalle polemiche e dalla passione emotiva, a coltivare un “sano” distacco scientifico con cui si accanisce sulle cavie animali rinchiuse nelle gabbie causando loro grandi sofferenze senza logica, per il solo scopo di sperimentare: “La scienza sperimentale è l’ultimo fiore dell’ascetismo e il dr. Boycott era, in effetti, un asceta, un osservatore di fenomeni ed eventi sui quali non dava alcun giudizio di valore”.
I protagonisti della storia sono due cani, Snitter e Rowf, prigionieri nelle gabbie del laboratorio dove le condizioni di vita sono al limite della sopravvivenza..
Il primo è un fox terrier che ha avuto un padrone e vede in modo positivo il rapporto con l’uomo, nonostante sia tormentato da deliri e allucinazioni a causa degli interventi al cervello che subisce continuamente.
Rowf invece è un meticcio grosso e nero, nato in laboratorio, diffidente nei confronti del genere umano (il suo metro di paragone sono i personaggi che si muovono nel laboratorio stesso), che viene fatto affogare e rianimato quasi tutti i giorni.
Una sera, grazie della sbadataggine di un inserviente, Snitter e Rauf riescono a evadere ma i due poveri animali, in fuga nella brughiera inglese, vengono braccati senza pietà…
Il romanzo è straordinario. Lo scrittore tratta un argomento molto drammatico ma riesce a farlo con grazia e leggerezza inserendo nel racconto accenti di ironia e perfino di auto-ironia, anche se c’è un po’ troppa foga caricaturale e la traduzione che utilizza in molti dialoghi il dialetto fa perdere in parte l’efficacia alla denuncia della vivisezione insensata e crudele.
I caratteri dei personaggi, soprattutto dei due cani, sono ben sviluppati.
I caratteri dei personaggi, soprattutto dei due cani, sono ben sviluppati.
Snitter risulta essere un cane intelligente, allegro, strano, allegro che a causa degli esperimenti sembra pazzo e confuso, Rauf invece è un cane diffidente, impulsivo, rude ma molto leale.
Gli uomini, in generale, vengono messi in cattiva luce, per il loro egoismo e la loro incapacità di pensare semplice, di capire anime semplici come quelle dei cani che invece tendono ad affidarsi completamente a loro. I dei due cani si trovano a vivere in mezzo alla natura e cercano di diventare selvaggi, ma i loro tentativi falliscono. Ogni volta che un essere umano fa un tentativo di avvicinamento nei loro confronti, loro finiscono nell’ inganno sentimental e si lasciano andare all’illusione di aver trovato un padrone.
Il romanzo è toccante, carico di significati e diversi punti di vista. Cani assassini e spietati all’occhio della gente, ma in realtà solo vittime delle ingiustizie del mondo. Nessuna parte è scontata o prevedibile, come pure il finale.
Per quanto riguarda la vivisezione, al giorno d’oggi si ha più consapevolezza e si discute per trovare metodi alternativi, tutelando il benessere degli animali.
Da questo libro è stato tratto un lungometraggio animato di genere drammatico diretto dal regista statunitense Martin Rosen nel 1982 che porta lo stesso titolo.
Quando è uscito, il film è diventato una schietta e pesante critica alla sperimentazione animale e alla vivisezione.
Nel 2005 però è stato pubblicato un DVD in versione integrale, mentre alla sua uscita era stato soggetto a varie censure e ristretto ad un rating PG-13 per i temi e le scene violente.
Qui al link sottostante potete vedere il trailer del film:
Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
via Rembrandt 38- Milano
02 4009 1350
Solo per appuntamento.
martedì e giovedì 15-19
sabato 9,30-12,30
Altri orari da concordare.
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