CANI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
Il cane si dice essere il miglior amico dell’uomo, ma, se finisce nelle mani sbagliate, può diventare il suo peggior nemico.
Sin dai tempi antichi fu utilizzato come “animale da offesa”, addestrato ad attaccare l’uomo, a inseguirlo, fermarlo, morderlo e anche ucciderlo.
Chi così lo ha addestrato ne ha snaturato l’indole, sfruttando la nobile caratteristica di difendere il proprio umano e facendolo diventare una “macchina da guerra”.
Tante tristi storie lo hanno accompagnato lungo i secoli, arrivando alle atrocità che l’uomo gli fece commettere nei campi di concentramento, durante la Seconda guerra mondiale.
Nel marzo 1940 a Mauthausen arrivò un nuovo vicecomandante, lo Schutzhaftlagerführer Georg Bachmayer, un bavarese che instaurò un regime brutale e di terrore tra i detenuti. Godeva nell’infliggere personalmente torture e morte; aveva due mastini napoletani addestrati a sbranare i prigionieri al suo comando; questa morte era chiamata dagli aguzzini “il bacio del cane”.
Irma Grese, nata nel ’23, fu probabilmente una delle guardie più sadiche, se non la più sadica in assoluto, della triste storia dei campi.
Nel 1943 rfu assegnata ad Auschwitz-Birkenau, dove indossava stivali pesanti e portava una pistola e una frusta intrecciata costituita da corda e cellophane.
In brevissimo tempo fu promossa a responsabile femminile del campo, Rapportführerin. La Grese divenne famosa non solo per il proprio atteggiamento sadico, ma anche per i suoi due grossi cani da guardia, che teneva affamati e scagliava all’attacco contro i prigionieri inermi; durante le marce dai capannoni ai luoghi di lavoro, faceva sbranare dai cani i detenuti che rimanevano indietro.
Fu la donna che uccise da sola e direttamente più persone nella storia dell’umanità: circa trenta vittime al giorno per due anni (considerando solo il periodo di Auschwitz). La maggior parte di queste persone fu uccisa con i cani!
Fu trasferita nel 1945 a Belsen dove ebbe il soprannome La Bestia (il Diavolo) di Bergen-Belsen.
Il 13 Dicembre 1945 divenne la più giovane criminale nazista giustiziata della storia, Quando sul patibolo le venne infilato il cappuccio bianco l’ultima parola che pronunciò fu:
Schnell
Un’altra donna spietata fu Charlotte S, una guardia del campo di concentramento femminile di Ravensbrück, nel nord della Germania, famoso per la sua brutalità.
Charlotte è stata ricordata dai superstiti come una donna temuta che picchiava i prigionieri e li trattava con una violenza disumana.
La nazista era talmente fanatica, che aveva addestrato il proprio cane a mordere i genitali dei detenuti.
Poi fu trasferita ad Auschwitz. Anche qui, la guardia dai capelli biondi e il suo cane erano temuti da tutti i prigionieri.
Una detenuta ha dichiarato dopo la guerra: “Ricordo una donna con un sorriso gentile che mascherava una natura orribile. Aveva un cane ringhioso addestrato a odiare i prigionieri”.
Ricordiamo anche questa sofferenza, nel Giorno della Memoria, inflitta dai cani…e auspico che non debba mai più succedere!
Vicla Sgaravatti
Medico Veterinario
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