CAMBERLEY KATE

Katherine Ward (13 giugno 1895 – 4 agosto 1979), affettuosamente conosciuta come Camberley Kate, era un’eccentrica signora britannica amante dei cani, che si stima si sia presa cura di oltre seicento cani nella sua vita.

Gli abitanti di Camberley, nel Surrey, assistevano giornalmente al sorprendente spettacolo di lei che spingeva un carretto di legno lungo Camberley High Street circondata da cani di ogni taglia e specie.

Kate Ward nacque il 13 giugno 1895 a Middlesbrough, nello Yorkshire.
Entrambi i suoi genitori morirono quando lei aveva dieci anni, fu quindi allevata da una zia, strettamente religiosa.
Kate descrisse la casa di sua zia come “un’atmosfera di disapprovazione”, e quando aveva diciannove anni, potè lasciare la casa per lavorare come domestica a Bradford.
Si trasferì poi dallo Yorkshire a Camberley, nel Surrey, forse per lavorare come domestica presso la vicina Royal Military Academy.
Nel 1943, Ward acquistò un piccolo cottage a schiera a Yorktown vicino a Camberley per £ 600.

Più o meno nel periodo in cui comprò la sua casa a Camberley, Kate trovò un levriero zoppo sulla soglia del veterinario locale.
Doveva essere sottoposto ad eutanasia ma lei lo salvò diventando inseparabili per gli altri otto anni e mezzo che il cane visse..
Quando il levriero morì, Kate decise di accogliere altri animali bisognosi in sua memoria.

Iniziò ad accumulare più animali in vari modi: alcuni lasciati da sconosciuti legati alla porta di casa, altri lasciati sulla soglia di casa in una borsa della spesa, alcuni randagi dalla stazione di polizia locale.
Kate assistè a un incidente in cui un cane venne “scagliato fuori da un’auto nel mezzo di London Road, in mezzo a tutto il traffico”, per soccorrerlo e salvarlo lasciò momentaneamente i suoi altri cani. Lo chiamò Patch, e a tutti i cani diede un nome, che loro riconoscevano, e che lei ricordava perfettamente.

Qualcuno le costruì un carretto fatto di assi di legno, su cui era dipinta la scritta “Ward Stray Dogs” e lei faceva passeggiate quotidiane verso il centro della città, trasportando all’interno del carro i suoi cani malati, piccoli o anziani, con almeno una dozzina di altri cani che camminavano accanto al carro.

In un’intervista del 1960 con Tonight, all’epoca aveva tredici cani, le fu chiesto cosa la spinse a iniziare ad accogliere cani. Lei rispose: “Ero una donna dello Yorkshire, vivevo nel sud. Ero piuttosto sola. Vivendo sulla strada principale ho visto così tanti cani legati e così tanti investiti. […] Quindi ho dedicato la mia vita a loro. Ho avuto cani di tutte le specie e di tutte le taglie. Molti li ho dati in adozione, alcuni sono in tutta l’Inghilterra”

Arthur Bryant, uno storico che parlò di lei nel suo libro “The Lion and the Unicorn”, scrisse che la sua corrispondenza con Kate mostrava un aspetto religioso nella sua devozione agli animali.
Scrive la donna: “Dico sempre che sono Suoi. Mi occupo solo di loro. Amo sentire di essere la mano sconosciuta (mai menzionata nel racconto) che prepara la stalla per la Sua venuta sulla terra”.
Nel 1975, Ward disse di aver appena accolto il suo 500esimo cane.
Si stima che alla fine della sua vita si fosse presa cura di oltre seicento cani.

Raccolse anche gatti che però, non essendo portati a passeggiare come i cani, non ebbero lo stesso risalto.

In un’intervista del 1975, Kate spiegò che ogni volta che uno dei suoi cani moriva ne aveva precedentemente già accolto un altro, ma all’età di 80 anni non poteva più farlo, e aveva ventiquattro cani.
Quando la sua salute peggiorò e subì numerosi ictus, si trasferì nella vicina casa residenziale di Kingsclear.
Aveva però creato un fondo fiduciario per garantire che i suoi cani potessero continuare a essere curati una volta morta.

Le erano rimasti sette cani, che furono messi in un canile.

Morì il 4 agosto 1979.

Dopo la sua morte, ci furono richieste per la collocazione di una targa commemorativa a Camberley in suo onore.
Appartamenti per pensionati di Camberley, Katherine Court, prese il suo nome nel 2000.

Il direttore europeo dell’Animals & Society Institute, Kim Stallwood, la cita come una delle prime influenze sulla sua difesa degli animali.
Stallwood afferma che Ward incarnava molte contraddizioni, come essere qualcuno che preferiva la compagnia degli animali a quella degli esseri umani, ma ciò nonostante donò silenziosamente soldi che a malapena poteva permettersi per aiutare i poveri e i malati umani. Chiede “Ha confermato o ribaltato lo stereotipo dell’amante degli animali come misantropo?”

La sua storia viene raccontata in un libro. nel 1996

Vicla Sgaravatti

Medico Veterinario

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