ALESSANDRO MAGNO E PERITAS
In tanti conoscono l’amore di Alessandro Magno (luglio 356 avanti Cristo, Pella – giugno 323 avanti Cristo, Babilonia) nei confronti del proprio cavallo Bucefalo, ma molti ignorano la sua predilezione per un cane, Peritas.
Si è spesso parlato di Peritas come di un cane molossoide, visto il suo coraggio e ardore a caccia come in guerra. Osservando però i bassorilievi del cosiddetto “sarcofago di Alessandro”, conservato nel Museo di Istambul, l’aspetto del cane è decisamente più simile a quello di un levriero muscoloso, come anche la sua velocità tanto decantata appartiene al levriero.
C’è chi sostiene possa discendere dal Canis laconicus, detto anche Cane spartano, presente nell’antica Grecia, utilizzato nella caccia, e nominato da Senofonte.
Non sono molte le fonti che parlano del cane di Alessandro Magno: ci sono due scritti di Plinio il Vecchio (“Storia Naturale”) e uno di Plutarco (“Biografia di Alessandro Magno”) che raccontano la storia di Peritas
Anche Giulio Polluce, antico autore greco, racconta nel suo “Onomasticon” di Peritas, cane levriero di Alessandro.
Lo si fa risalire a un cane di razza indiana, discendente dai cani di Atteone (cacciatore mitologico che fu trasformato da Diana in cervo e quindi sbranato dai propri cani) fuggiti in India e fatti incrociare con tigri per renderli indomiti e impareggiabili nella guerra e nella caccia.
Fontana di Diana e Atteone, 1769, di Paolo Persico, Pietro Solari, Angelo Brunelli, Reggia di Caserta
Questo cane era stato donato ad Alessandro da suo zio Alessandro I d’Epiro, alla morte di un cane precedente. Il nome Peritas deriva dal greco antico Περίτας che letteralmente significa “gennaio”, nome probabilmente scelto in base al periodo in cui gli fu donato.
Peritas si conquistò in poco tempo un rapporto privilegiato, grazie al suo coraggio e al fatto di avere salvato la vita al re in varie occasioni, tra cui anche durante la battaglia contro Dario III, re di Persia, scagliandosi contro un elefante e addentandolo nel punto più sensibile, le labbra. Per questo, e per le sue incredibili capacità venatorie accompagnava Alessandro ovunque, e gli era concesso di dormire sempre nel letto del suo padrone.
Alla sua morte, come già aveva fatto con Bucefalo, Alessandro fece erigere una città in India portante il suo nome. Alessandria Bucefala fu eretta in una zona oggi corrispondente alla città di Jehlum, nell’odierno Pakistan e si suppone che Alessandria Peritas potesse essere situata non molto lontano da questa. Plutarco ne parla a lungo nella biografia contenuta in “Vite Parallele”
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