ALCUNE IDEE SBAGLIATE SULL’ANTIBIOTICO RESISTENZA

Medicina veterinaria: antibiotici

Veterinari, Allevatori, Farmaceutiche e Mangimistiche riuniti in EPRUMA chiariscono anche che “il divieto di utilizzo negli animali di alcuni antibiotici può avere un effetto contrario: la dipendenza da pochi antibiotici per il trattamento delle infezioni negli animali aumenterà la pressione selettiva sui batteri e favorirà la selezione di organismi resistenti agli antibiotici”.

I dieci miti da sfatare– Nel documento 10 Myth Busting Facts about Antibiotics and Animals diffuso oggi, EPRUMA supporta con riferimenti scientifici e legislativi le proprie tesi. Di seguito una sintesi:

1 – Nell’UE, gli animali da allevamento usano più antibiotici degli esseri umani.

FALSO: L’uso di antibiotici per kg di biomassa è inferiore negli animali da allevamento rispetto alle persone.

2 – Nell’UE, gli antibiotici sono usati per promuovere la crescita degli animali da allevamento.

FALSO: L’uso di antibiotici come promotori della crescita negli animali da allevamento è vietato nell’UE dal 2006.

 3 – C’è un alto rischio che le persone si ammalino a causa della resistenza agli antibiotici sviluppata negli animali e trasferita all’uomo.

FALSO- Le persone sono portate a credere che i batteri resistenti agli antibiotici vengano trasferiti dagli animali all’uomo, ma in realtà dovrebbe verificarsi una sequenza di eventi complessa e rara perché ciò avvenga. Il  trasferimento di batteri resistenti dagli animali all’uomo è un evento raro. E’ vero il contrario: le persone possono trasferire batteri resistenti agli animali.

 4 – La resistenza antimicrobica nell’uomo è il risultato di un uso eccessivo di antibiotici negli animali.

FALSO: I meccanismi di sviluppo della resistenza agli antibiotici nei batteri sono gli stessi nell’uomo e negli animali. L’uso improprio o eccessivo di antibiotici nell’uomo e negli animali può portare allo sviluppo di resistenza nei batteri, mentre il trasferimento di geni di resistenza agli antibiotici tra specie può avvenire occasionalmente e in entrambe le direzioni (vedi anche domanda precedente). Pertanto, vietare l’uso di determinati antibiotici negli animali avrà scarsi effetti sul carico di resistenza antimicrobica nell’uomo. 

5 – Gli antibiotici sono presenti negli alimenti.

FALSO- Nell’UE, per ciascun antibiotico per uso veterinario sono fissati tempi di sospensione molto rigorosi, che servono a dare tempo all’animale di smaltire i medicinali assunti, prima della macellazione. Ciò garantisce la sicurezza alimentare in quanto i prodotti alimentari di origine animale non possono contenere residui di antibiotici al di sopra di limiti molto stringenti.

6 – L’agricoltura intensiva favorisce lo sviluppo della resistenza antimicrobica.

FALSO– Il principale driver per lo sviluppo della resistenza è il livello di uso/abuso di antibiotici, che non è necessariamente legato al sistema di allevamento. I batteri resistenti si trovano sia negli allevamenti intensivi che in quelli biologici, poiché gli animali si ammalano in tutti i sistemi di produzione.

 7 – Gli antibiotici sono usati negli animali in quantità eccessive da persone non competenti

FALSO– Gli antibiotici negli animali possono essere utilizzati solo dopo l’esame, la diagnosi e la prescrizione di un Medico Veterinario. I Veterinari sono altamente qualifiicati per valutare le condizioni di salute degli animali sotto la loro cura, per diagnosticare e prescrivere il trattamento necessario nello stesso modo in cui i medici fanno per le persone. Il regolamento 2016/6 rafforzerà la supervisione e l’assistenza veterinaria favorendo le best practice che riducono  al minimo la necessità di utilizzare antibiotici .

 8 – Il trattamento preventivo viene utilizzato negli allevamenti dell’UE per compensare la scarsa igiene e allevamento.

FALSO– Gli animali – come gli esseri umani – possono ammalarsi anche se vengono tenuti nelle migliori condizioni. Gli animali sono riconosciuti come esseri senzienti (articolo 13 del TFUE) e devono essere curati quando si ammalano. Il veterinario è un professionista che valuta la situazione, formula una diagnosi  e prescrive il giusto trattamento agli animali malati, compresi gli antibiotici ove necessario, come fanno i medici per le persone.

 9 – Il trattamento di gruppo degli animali non è necessario

FALSO– Il trattamento di gruppi di animali tramite acqua potabile e mangime può rappresentare il metodo di trattamento più sicuro ed efficace. A questo riguardo il regolamento 2019/4 sui mangimi medicati introduce regole rigorose. Il controllo e il trattamento di singoli animali  può avere l’effetto di risultare molto stressante per l’animale, soprattutto quando è richiesto un  dosaggio giornaliero. Dovrebbe sempre essere demandato  al veterinario decidere la modalità di trattamento ideale, caso per caso.

 10 – Dobbiamo dare un “obiettivo zero” all’uso  di antibiotici negli animali.

FALSO– Gli antibiotici devono essere disponibili quando necessario ed essere utilizzati con prudenza e responsabilità sia negli animali che nell’uomo, a seguito di una diagnosi e di una prescrizione da parte di un veterinario (nell’animale) o di un medico (nell’uomo),per controllare le infezioni e arrestare la diffusione di malattia.

Da anmvi-oggi.

  • Vicla Sgaravatti
  • Medico Veterinario
  • via Rembrandt 38- Milano
  • 02 4009 1350
    Solo per appuntamento:
  • martedì e giovedì 15-19
  • sabato 9,30-12,30
  • Altri orari da concordare.


0 commenti

Lascia un commento

Avatar placeholder

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: