4 OTTOBRE SAN FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO D’ITALIA, DEGLI ANIMALI E DEGLI UCCELLI
Esistono vari episodi che dimostrano l’amore di Francesco per il Creato, la natura, gli animali.
Forse il più conosciuto è quello relativo al lupo.
San Francesco, arrivato a Gubbio, trovò i cittadini spaventati per la presenza di un feroce lupo.
Francesco, malgrado il parere contrario degli abitanti di Gubbio, che temevano per la sua vita, decise di cercare il lupo per parlargli, trovandolo appena fuori dalla città, presso la chiesa della Vittorina. Il lupo lo accolse minaccioso, con le fauci aperte ma dopo aver ricevuto la benedizione e ascoltato le parole di biasimo per il suo comportamento, si tranquillizzò. Francesco gli promise che se si fosse pentito del male fatto e avesse cambiato vita, sarebbe stato accolto in città e nutrito.
Il lupo accettò questo accordo, ponendo il muso sul ginocchio di Francesco in segno di sottomissione.
Il Santo e il lupo entrarono in Gubbio sotto gli occhi stupefatti dei cittadini e nella grande piazza del mercato, ancora esistente, il lupo ripete davanti a tutti la promessa.
Il patto venne rispettato da entrambe le parti e grande fu la riconoscenza degli abitanti di Gubbio per San Francesco.
Nell’altro episodio famoso con gli animali, San Bonaventura narra nelle Fonti “Come il beato Francesco, avviandosi verso Bevagna, si diede a predicare a molti uccelli che gioiosamente allungavano il collo, allargavano le ali, aprivano il becco e giungevano persino a beccare la sua tunica. Tutto ciò vedevano i compagni che lo aspettavano sulla via.”
Una versione più poetica, e dunque meno attenta alla cronaca dell’avvenimento, ci è stata invece tramandata dai Fioretti (cap. XVI): «…et venne fra Cannara et Bevagna. E passando oltre con quello fervore, levò gli occhi e vide alquanti arbori allato alla via, in su’quali era quasi infinita moltitudine d’uccelli. E entrò nel campo e cominciò a predicare alli uccelli ch’erano in terra; e subitamente quelli ch’erano in su gli arbori se ne vennono a lui insieme tutti quanti e stettono fermi, mentre che santo Francesco compié di predicare (…). Finalmente compiuta la predicazione, santo Francesco fece loro il segno della croce e diè loro licenza di partirsi; e allora tutti quelli uccelli si levarono in aria con maravigliosi canti, e poi secondo la croce c’aveva fatta loro santo Francesco si divisoro in quattro parti (…) e ciascuna schiera n’andava cantando maravigliosi canti».
Cantico delle Creature
“Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria
e l’honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato si’, mi’ Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora Luna e le stelle:
in celu l’ai formate
clarite e preziose e belle.
Laudato si’, mi’ Signore,
per frate Vento
e per aere e nubilo
e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature
dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sor’Acqua,
la quale è multo utile et humile
e preziosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore,
per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo
e robustoso e forte.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengraziate
e serviateli cum grande humilitate.”
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