16 OTTOBRE 1906: NASCITA DINO BUZZATI
Si basava su un’intesa profonda, che cresceva e si consolidava con il passare degli anni.
La sua vita fu accompagnata dalla presenza di otto, amatissimi cani, e gli animali furono fin dall’inizio della sua carriera di scrittore una presenza forte della sua narrativa dove si comportano spesso da veri e propri personaggi.
Come uomo, Buzzati sentiva e apprezzava le qualità di fedeltà e vulnerabilità, di devozione e spirito di sacrificio, di dolcezza e purezza che rendono i cani dei compagni prediletti e privilegiati, degli esempi di comportamento cui ispirarsi e dai quali imparare.
Come scrittore li usò per evidenziare ed esaltare le nostre contraddizioni e i nostri difetti mostrando la meschinità, la crudeltà, l’egoismo con cui spesso li trattiamo, ammonendoci e invitandoci a riflettere sul bene e sul male, e anche su quella arroganza che spesso porta l’uomo a ritenersi un essere superiore.
Tra i suoi scritti ho scelto questa poesia, ripubblicata poco più di tre anni fa nel primo volume di “Bestiario”
Buongiorno, cani, ciao
cagnolini, cagnolini, cagnazzi
misterioso dono della natura
a noi carogne. Perché
incantevoli compagni di viaggio
che ci fissate con gli occhi
con esagerata aspettativa.
Belli come boschi come il vento
girano su e giù per la casa
come fiumi come rupi
come nuvole innamorate.
Belli quando ronfate
fate bave spazzate immondizie.
Egoisti, sporchi, noiosi,
rompiscatole, puzzolenti, ingordi,
sudicioni, petulanti, tangheri.
Dio vi benedica.
Dino Buzzati
(Da “Le poesie”, Neri Pozza, Venezia 1982)
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