24 APRILE, CHI SI RICORDA DI SNUPPY ?
Il 24 aprile 2005 nasceva Snuppy, un levriero afgano clonato, dopo una sperimentazione durata due anni e otto mesi.
Un gruppo di ricercatori coreani aveva prelevato una cellula dell’orecchio di un levriero afgano di tre anni, Thai, e l’aveva trapiantata in una cellula uovo privata del materiale genetico. Una Labrador Retriever aveva fatto da mamma surrogata.
Vennero eseguiti oltre mille trasferimenti embrionali su più di cento madri, ma solo tre diedero origine a gravidanze di cui una si risolse in un aborto spontaneo e da un’altra nacque un cucciolo che morì per polmonite a tre settimane.
Solo Snuppy (il nome fa riferimento all’istituto dove venne svolta la sperimentazione Seoul National University unito alla parola cucciolo – puppy – che presenta un’assonanza col celebre bracchetto Snoopy) sopravvisse.
La tecnica utilizzata era la stessa di quella usata per la pecora Dolly e altri mammiferi: il trasferimento nucleare di una cellula somatica (somatic-cell nuclear transfer).
Lo scopo prefissato era la prospettiva di produrre linee di cellule staminali, e quella di studiare alcune malattie genetiche umane, partendo da embrioni di cane clonati.
Ci furono molte polemiche.
Si discusse sulle questioni etiche legate al tema della clonazione in generale, e a quella della creazione di repliche del migliore amico dell’uomo. Che infatti diventasse possibile clonare anche il proprio cane venne visto da qualcuno come rischioso, perché si poteva veicolare il messaggio che per i proprietari fosse possibile riportare in vita i loro cari animali (cosa a quanto pare poi accaduta).
Il team di ricercatori cercò di tranquillizzare l’opinione pubblica, sottolineando piuttosto le potenzialità della tecnica, e i benefici per la veterinaria derivanti dalle staminali embrionali.
Snuppy qualche tempo dopo, grazie all’inseminazione artificiale di femmine anch’esse clonate, divenne anche padre di dieci cuccioli.
Condusse tutta la sua vita nell’Istituto.
Morì a dieci anni, nel maggio 2015.
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